domenica 5 settembre 2010

L'insostenibile leggerezza di non fare un cazzo di sabato

Beh, come annunciato precedentemente, il messinese in quanto buddace deve parlare.
Seguendo quindi un socratico sillogisma:
- Io sono Messinese
- Il Messinese è Buddace
- Io sono Buddace

Ergo, parliamo.

Dovete sapere che nella mia splendida città, nel fine settimana, il centro storico (d'inverno) e la litoranea (d'estate) tramutano. Insomma, si aprono le porte dell'inferno. Quella zona che fino al giovedì sera è abbastanza desolata, o comunque, è una zona di uffici ed esercizi commerciali, si trasfigura in un devastante girone Dantesco. Anzi no, nemmeno il sommo poeta avrebbe mai potuto immaginare una tale bolgia.
Già. A Messina riusciamo a trasformare il salotto buono della città, nella toilette.
Anzi, nel peggio cesso del peggior bar di Caracas ©.


Bella storia, direte voi, succede dappertutto.
Ed è vero, città che vai, casino che trovi. Solo che noi ci distinguiamo.
Tutti, e dico TUTTI il locali della "movida" messinese, stanno nel raggio di 1km.
Vuoi bere qualcosa? Effetto Tonno in Scatola! tutti insieme, 250 persone in 15 metri quadri (Fantozzi docet).
E dopo che hai conquistato con la forza più o meno bruta una tavolo, posto, angolo, piastrella del muro su cui attaccarti come spider man per sorseggiare il tuo drink, puoi cominciare a goderti lo spettacolo, ed a porti delle domande:
"perchè stasera siamo 345 ragazzi... e 3 ragazze?" Troppa salsiccia e poca patata.
Ed allora ti illudi che anche nel tavolo accanto non se la passino meglio.
Sbagliato.

Mentre nel tuo tavolo il rapporto pene/vagina è di 11/1; nel tavolo accanto, pare abbiano fatto una specie di festival di Bratz e Barbie assieme. Ed in quel tumulto di figa, uno o due ragazzi, probabilmente GAY. O ancora più probabilmente FURBI. Credo più alla seconda opzione.

Eccolo, Implacabile con le sue Rose.
Comunque, mentre stai attaccato a testa in giù al soffitto del locale con la tua birra in mano (dato che le sedie erano finite) arriva lui. L'uomo dai mille volti e da un solo nome. A lui non importa che siate in un gruppo che assomiglia ad un ritrovo di preti - ma senza bambini - con un paio di ragazze casualmente capitate la in mezzo.
E non importa nemmeno che ripetiate NO allo sfinimento. Vi osserverà con un beota e beffardo sorriso. E magari dopo qualche decina di minuti se ne andrà, per poi ricomparire da sotto qualche tombino, dall'altro lato del centro.
Ma siccome noi a Messina non diciamo mai di no, ieri, il lampo di genio.
Lui, ROSARIO il tizio delle rose che ti frantuma le palle, appena palesatosi avanti ai nostri occhi, è stato invitato con un gentilissimo "NON NI VULEEEMUUUU!!!!!" pronunciato ad un volume cosi alto, che per qualche momento non si è sentita la musica, e pure il leone del Duomo s'è girato.

Dopo questo mirabile esempio di interazione sociale, ci si stacca dal soffitto, si paga il conto (battuto a cazzo di cane...) e si esce di nuovo fuori dalla porta per affrontare il secondo round dell'effetto "scatola di tonno".
Ed inizia la tragedia:
"Che facciamo?"
"Avviciniamo al Quick"
"NOOOOOOOOOOOOOOO, il Quick NUOOOOOOOOOO"
E Fu sera e Fu mattino.

2 commenti:

  1. Il rutto è la migliore risposta.

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  2. il rutto lo vedo meglio in manifestazioni nazional-buddaci-culturali come la Vara o il Pagghiaro.

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